Sabato sera quando sono tornata a casa non riuscivo a smettere di pensare quanto mi avesse colpito Casa Callas…
No, niente a che fare con la più famosa Maria.
Ma in realtà, ho pensato poi, qualcosa in comune c’è: la passione per l’arte!
Non sto parlando di una casa. E neanche di una vera e propria galleria. Un semplice laboratorio? Neanche!
Lasciate che vi racconti un po’ di cose…
Quando arrivo Salvatore e la dolce Roberta, sua moglie nonchè musa, ci accolgono calorosamente.
L’ambiente non è grandissimo, ma ad un primo veloce colpo d’occhio mi sembra molto accogliente ed elegante.
Un bicchiere di sangria al profumo di cannella.
Inizio a guardarmi meglio intorno e cerco di captare ogni singolo particolare…ed ops!!! Scopro che quello che avevo pensato essere uno specchio dalla cornice in stile retrò è in realtà un forno al cui interno una fata, opera di Mark Jenkins, ci osserva silenziosamente!
Tutto il candido ambiente ruota attorno ad una seduta rossa ed il grande focolare lo riscalda infondendogli quel calore tipico di una casa.
Sulla sinistra una parete tappezzata con fogli di quotidiani fa spazio a mensole piene di libri e riviste. Poco più in là una grande vetrina totalmente ridipinta di bianco, ospita al suo interno, dipinto di nero, tutte le creazioni di Salvatore. Splendidi gioielli realizzati in materiali ferrosi, plastici e di riuso “perchè alla base della creazione c’è la convinzione che la bellezza e il valore di un oggetto non dipendano dal materiale ma da una serie di valori sociali, ecologici ed economici”.

Anche un semplice tubo può diventare il punto a cui agganciare delle catene per esporre quadri…
In fondo invece, tra una bella dall’abito di quotidiani (che nasconde tra le pieghe della gonna qualche opera di Modigliani) e una moderna cariatide che mostra orgogliosa il suo colletto-collana in plexiglas, c’è un’altra opera, uno spunto o, forse, una provocazione?
Chair Artist vs Chair Architect si guardano da un lato all’atro del tavolino. Chiacchierano? Si confrontano? Si guardano con senso di sfida? O progettano insieme?
In questo luogo anche la cosa più semplice diventa altro, assumendo una nuova funzione… persino nel bagno nulla è lasciato al caso, lo specchio diventa il pretesto per sperimentare, ed ecco qui una cornice scenografica in cui convivono Botticelli, Barbie, lattine e mini manichini con miniature delle sue collane!

Dicevo allora non una semplice casa, non un semplice laboratorio, non una semplice galleria, ma un luogo di idee e di confronto, dove creare con gli attrezzi di un laboratorio, parlare, incontrarsi, bere un caffè davanti al camino con il calore di una casa, in un’atmosfera in cui l’arte diventi familiare e accessibile e dove poter ospitare mostre ed eventi come in una splendida galleria.
Un nuovo concetto. Un nuovo entusiasmante esperimento per il quale vogliamo augurare a Casa Callas e al padrone di Casa Callas davvero tanta fortuna.
Alla fine Salvatore ci saluta con un cadeaux, una banana con il logo delle sue creazioni…o semplicemente un omaggio alla più famosa banana??
ps. tenetevi pronti per un nuovo appuntamento con Casa Callas! ;P
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